Arrivano novità per i giornalisti, professionisti, i pubblicisti e i praticanti iscritti all’Albo e titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica e per tutti coloro iscritti INPGI. Da luglio 2022 c’è un cambiamento importante per l’ente di previdenza, ora diventa INPS, limitatamente alla gestione sostitutiva.
La decisione è nata perché da anni l’Inpgi, ente di previdenza per i giornalisti, ha letteralmente i conti in rosso a causa anche della crisi dell’editoria ma soprattutto per regole pensionistiche più generose rispetto a quelle generali. La decisione è stata del governo Draghi che, tuttavia, non ha chiuso l’istituto, e non ha incluso nel cambiamento le attuali pensioni e ha lasciato fuori dell’Inps, il fondo (Inpgi 2) dei giornalisti che svolgono lavoro autonomo.
Si legge dal sito INPS in una nota informatica del 04 maggio 2022: “La legge di bilancio 2022 ha disposto che la funzione previdenziale svolta dall’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani “Giovanni Amendola” (INPGI), è trasferita all’INPS dal 1° luglio 2022, limitatamente alla gestione sostitutiva. Dal 1° luglio 2022, quindi, sono iscritti al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti:
- i giornalisti professionisti, i pubblicisti e i praticanti iscritti all’Albo, titolari di un rapporto di lavoro subordinato di natura giornalistica;
- i titolari di posizioni assicurative e i titolari di trattamenti pensionistici diretti e ai superstiti già iscritti – alla data del 30 giugno – alla gestione sostitutiva dell’INPGI.
Con il messaggio 4 maggio 2022, n. 1886 l’Istituto informa che è stato implementato il servizio Prestazioni pensionistiche – Domande per consentire ai soggetti interessati di inviare le domande di prestazioni pensionistiche che saranno liquidate dall’INPS.
La soluzione individuata ha subito molte critiche perchè in definitiva di è spostato il problema degli iscritti dall’Inpgi all’Inps, spostando il costo della previdenza dei giornalisti da una cassa previdenziale privata a una a carico dello Stato.
Inoltre durante tutti questi anni l’Inpgi si è fatta carico di tutto il costo delle ristrutturazioni aziendali e degli ammortizzatori. E questi sono soldi che lo Stato ha risparmiato. Cosa accadrà se il mondo dell’editoria subirà ancora chiusure?