Le uova sono economiche e facili da cucinare, sono povere di calorie (circa 80 per un uovo di gallina grande) e sono alla base di molte ricette, sono buone e veloci da cuocere.
Purtroppo sappiamo tutti che hanno molto colesterolo, quindi cerchiamo di non abusarne, ma è così? Quante uova puoi mangiare a settimana? È vero che fanno male al fegato? Si possono mangiare a colazione? Oltre al colesterolo, quanto e quali benefici ha l’uovo?
Quasi tutti conoscono i rischi, ma pochi sanno che le uova sono un alimento molto salutare e un’interessante fonte di omega-3 e 6, che sono benefici per la salute, poiché aiutano a prevenire le malattie cardiovascolari.
Quante uova puoi mangiare a settimana?
Se stai seguendo una dieta ipocalorica, poiché le uova non sono un alimento ipercalorico, puoi tranquillamente mangiarne 4 pezzi a settimana.
Per un atleta che ovviamente brucia più calorie, il numero di uova può anche essere aumentato perché non sono così dannose per il fegato come si tende a credere. L’importante è non superare il consumo di 5/6 volte a settimana, per diversificare le fonti di nutrienti.
Le uova sode, alla coque o in camicia sono di gran lunga i modi meno calorici per cucinare le uova, ma ci sono molte ricette che puoi provare, a cominciare dalla classica frittata, che con un tocco in più può essere particolarmente deliziosa.
Le uova aumentano il colesterolo?
Le uova contengono colesterolo, ma con moderazione: è presente solo nel tuorlo e, come spiega Luca Piretta, nutrizionista SISA ed esperto Melarossa, costituisce solo il 5% del grasso dell’uovo (l’uovo medio contiene 190 mg e la dose consigliata è 190 mg). L’OSR è di 300 mg al giorno).
Il 65% è composto da acidi grassi con un’alta percentuale di acido oleico, omega 3 e omega 6, quindi se i tuoi livelli di colesterolo sono sotto controllo, non devi temere che aumenti se mangi le uova!
Tuttavia, se soffri di ipercolesterolemia o hai bisogno di abbassare il colesterolo nel sangue, le uova non sono l’alimento consigliato: mangiale con moderazione o almeno cerca di evitare il tuorlo.