Ad allarmare è solo l’aumento di casi tra i 70enni, ma altri dati invece sono favorevoli per i Belpaese. A commentare gli ultimi bollettini italiani è Anna Teresa Palamara, direttore Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. Le reinfezioni superano però il 4%, crescono mix Omicron 1-2 anche se con meno sintomi
L’esperta in un video di commento al monitoraggio settimanale Covid-19 Iss-ministero della Salute afferma: “La situazione epidemiologica in Italia vede l’incidenza a 7 giorni per 100mila abitanti in leggero decremento, 675 casi, come si vede dalla curva che continua una lenta ma stabile discesa, anche se a volte un po’ altalenante. Nella distribuzione dei casi per fasce d’età notiamo una grossa decrescita soprattuto nelle fasce giovanili 0-9 anni e da 10-19 anni che erano state interessate nell’aumento del numero di casi che aveva assunto la forma di un picco nelle settimane precedenti. Mentre c’è una lieve aumento nelle fasce d’età elevate, tra 70-79 anni e over 80. Fortunatamente è ancora contenuta e vedremo nelle prossime settimane. Si conferma l’aumento della quota delle reinfezioni che supera largamente il 4% nelle ultime settimane. E’ un tendenza a cui ci ha abituato la variante Omicron e che continueremo a vedere anche nelle prossime settimane. Dai dati che arrivano dalla piattaforma I-Co-Gen che si trova all’Iss e che viene alimentata da un flusso continuo di dati che provengono da 70 laboratori in diverse regioni, risulta che la variante Omicron ha soppiantato completamente la Delta ed è al 100%. Mentre nei sottolignaggi di Omicron, troviamo che BA.2, la cosiddetta Omicron 2, sta diventando largamente prevalente rispetto a BA.1, Omicron 1. Aumenta anche il numero di ricombinati Omicron-Omicron che vengono classificati diversamente dai software applicati per l’identificazione, ma quasi tutti convergono nel sottolignaggio Xe sempre più diffuso. Ma al momento non si registra né un aumento della trasmissibilità di questi sottolignaggi né un aumento della severità dei casi ad essi collegati.