Il desiderio di riconoscimento e accettazione da parte degli altri, la cerchia di conoscenze e affetti, la società nel suo insieme è naturale. Ed è qui che nasce la paura di essere rifiutati ed è per questo che occorre superare la paura del giudizio degli altri senza intaccare e immobilizzare le nostre azioni. I pensieri dei nostri cari su di noi possono essere negativi.
L’uomo, in quanto essere sociale, sa quanto sia importante la cooperazione. Crescendo, imparerà che il rispetto deve essere guadagnato e che la sopravvivenza consiste nello stare in gruppo. Ecco perché l’accettazione conta così tanto. Quando le altre persone ci giudicano, l’ansia aumenta. In condizioni normali, i livelli sono sotto controllo. Tuttavia, ci sono momenti in cui l’intensità aumenta, soprattutto quando dobbiamo dimostrare le nostre capacità davanti a un pubblico, reale o immaginario, con l’intenzione di osservare. Coloro che non riescono a sopportare la pressione si sentono sopraffatti e cercano una via d’uscita. La paura di essere giudicati è centrale quando una persona soffre di un disturbo d’ansia sociale. Gli esperti dicono che non è solo timidezza, una persona vive in un costante sentimento di critica dall’altro. Hai un costante senso di osservazione, anche nella vita di tutti i giorni.
Questa paura è presente anche in chi soffre di disturbo di personalità deviante, ma si manifesta in contesti più numerosi e vari. Il cosiddetto evitamento non tende all’integrazione sociale, ma all’esatto opposto: un senso di alienazione.
La paura del giudizio è nota anche alle persone con disturbo narcisistico di personalità. Il disprezzo per gli altri è espressione di un profondo senso di inadeguatezza. Essere apprezzati diventa il fondamento dell’autostima. A proposito, ecco come comportarsi con un narcisista. Inoltre, anche il fatto stesso di avere un problema psicologico o psichiatrico diventa fonte di vergogna e paura che possa sorgere disprezzo per gli altri. Superare la paura del giudizio, dicono gli esperti, può andare oltre un approccio cognitivo-comportamentale. Consiste nella scelta di lavorare sulle difficoltà. Di solito iniziamo valutando l’origine e l’intensità del problema.
Nella fase successiva, diventiamo consapevoli dei pensieri che stanno alla base della paura delle critiche degli altri e impariamo a rintracciarli. Vengono acquisiti alcuni strumenti per gestire l’ansia anticipatoria, che si verifica prima che si verifichi l’evento temuto. Quindi agiamo in modo situazionale, con strategie per accettare il giudizio ipotetico degli altri. Infine, ci esponiamo gradualmente a situazioni sociali che creano disagio e de-catastrofizzano possibili scenari.
A poco a poco acquisisci fiducia nelle tue capacità e ti abitui all’idea che ti criticano, che il rifiuto non è così pericoloso. Non puoi amare qualcuno e non succede nulla: questo è un normale fenomeno sociale.