Nel Belpaese Accise e Iva hanno un prezzo significativo sul costo finale del carburante arrivato ormai alle stelle
I costi legati alle tasse pesano sulla definizione del prezzo all’acquirente finale per il 58,6% per la benzina e per il 55,1% per il diesel, ai quali occorre anche aggiungere gli altri costi. Le accise sui carburanti sono un tema che fa scalpore un’Italia in cui anche i beni di prima necessità viaggiano su gomme e messa in ginocchio dai rincari del carburante che non possono essere più sostenuti. E mentre molte aziende stanno pensando di bloccare la produzione e mentre i trasportatori stanno per organizzare altri scioperi: i politici continuano a fare promesse disattese sul rivedere le accise e i costi che fanno lievitare il Carburante.
Da che voci è composto il prezzo finale della benzina e del diesel? Oltre al costo della petrolio vanno sommate accise, l’IVA (al 22%) e il margine lordo per i distributori.
Ma cosa sono le accise? Sono, come suggerisce, la definizione da dizionario: “Tributo indiretto a riscossione mediata che si applica a determinati beni al momento della produzione o della vendita, e viene pagato dal produttore o dal commerciante trasferendone l’onere sul consumatore, cioè includendolo nel prezzo di vendita”.
In sintesi sono delle tasse su dei prodotti applicare per finanziare alcune emergenze del Belpaese come per esempio la guerra in Abissina del 1935 e io terremoto del 2012 in Emilia, la tragedia del Vajont del 1963 e l’alluvione di Firenze del 1966. Eventi che continuano a pagare ancora oggi, come se non stessimo un un’altra emergenza. Il governo stanzia sulle “continue emergenze” soldi che non ha, utilizzati male e che gravano sulle tasse degli italiani anche decenni dopo l’emergenza finanziata dai contribuenti.
Quelli che poi erano definiti aumenti di tassazione “una tantum” si sono trasformati in organici e continuano ad essere addizionate ai costi finali. Infatti nel 1995 le varie accise sono state inglobate in un’imposta indifferenziale e quindi annesse automaticamente ai prezzi senza possibilità di estinzione sotto forma di un costo fisso che, come quantificato dalla Unem – Unione Energie per la Mobilità, al marzo 2022 è responsabile per 0,728 euro sul prezzo della benzina e 0,617 sul prezzo del diesel.
Sono in sue tesi 18, 8 le accise sui carburanti introdotte tra il 1956 e il 1996 e 10 tra il 2004 e il 2014.
Immaginiamo quindi che dei 2.2 euro al litro circa che oggi andremo a pagare alla pompa di pernzina 0,728 euro sono di accise, a questo va aggiunto il 22 per cento di IVA , io guadagno delle varie componenti che formano la catena di settore e infine il costo del carburante. Siamo quindi sicuro che molto non può essere fatto contro questi aumenti?