Praticati tutti i giorni (preferibilmente la mattina, prima di colazione), favoriscono il benessere fisico e mentale, apportando numerosi benefici per la salute
Introdotti nel mondo occidentale da Peter Kelder negli anni ’30, i 5 tibetani sono esercizi rituali che custodiscono il segreto della forza e della vitalità dei lama tibetani. Sono stati conservati per migliaia di anni negli antichi monasteri, sono considerati un vero e proprio elisir di eterna giovinezza.
I 5 rituali tibetani sono in realtà una serie di esercizi yoga che migliorano la flessibilità e la condizione psicofisica generale. Lo scopo degli esercizi è quello di riattivare i 7 chakra o centri energetici da cui dipende la nostra salute fisica e mentale. Fu l’americano Peter Kelder a farli conoscere al mondo occidentale nel 1939 ed é l’unica fonte che racconta questi riti e rivela la chiave per ritrovar giovinezza, salute e vitalità.
I Chakra su cui stanno lavorando 5 tibetani sono:corona (ghiandola ipofisaria),
fronte (ghiandola pineale), gola (tiroide), cuore (timo), pleso solare (pancreas)
milza (gonadi), radice (surrenale).
I riti tibetani interessano l’apparato muscolo-scheletrico e respiratorio, stimolando anche il sistema endocrino e liberando la mente. Grazie a 5 tibetani, l’attenzione è focalizzata sulla loro respirazione, favorendo il rilassamento, la circolazione sanguigna e l’ossigenazione del cervello.
Gli esercizi sono:
LA RUOTA: Con i piedi paralleli e leggermente divaricati, le ginocchia sono appena flesse, occorre allargare le braccia come fossero ali e iniziare a ruotare lentamente il busto in senso orario. Il respiro è libero. Eseguire le rotazioni 12 volte.
L’ANGOLO: Con le braccia lungo i fianchi, inspirando, sollevare la testa, piegare le ginocchia al petto e stendere le gambe verso l’alto, con i piedi a martello. Le gambe sono tese. Restare in questa posizione per qualche secondo, poi abbassare lentamente le gambe espirando. È importante che la schiena poggi bene a terra.
L’ARCO: Inginocchiati con le gambe leggermente divaricate e i talloni sollevati occorre inspirare e piegare la schiena indietro, facendo un arco, poi occorre mantenere la postura per pochi secondi e tornare alla posizione di partenza espirando.
IL PONTE: Seduti con le gambe distese e i piedi paralleli, le braccia lungo i fianchi occorre inspirare e sollevare il bacino da terra, facendo aiutare dai talloni per poi mantenere la postura per qualche secondo e tornare alla posizione iniziale.
LA MONTAGNA: quella che nello yoga é definita posizione del cobra. si fa a pancia in giù sdraiati. Aiutarsi con le mani e le braccia con il collo all’indietro ad alzare il busto, allungando la zona cervicale.