Dovrebbe essere vissuta come un’opportunità, ma non è così. Gli studenti in Piazza a Torino, Roma e Napoli per dire la loro. A Torino la manifestazione è stata violenta
Le piazze italiane ieri sono state gremite di studenti scioperanti e a tratti violenti. A Torino accanto alla sede di Confindustria ferite sette persone appartenenti alle forze dell’ordine: idue feriti più gravi sono un funzionario di polizia colpito da una bastonata al volto e un tenente dei carabinieri ferito a un occhio. Sono stati portati in ospedale per essere medicati. Per gli altri 5 ferite meno gravi. Gli studenti inferociti urlavano con forza lo slogan: “Alternanza – repressione – maturità. No alla scuola dei padroni’.
Il gruppo di manifestanti non è stato pacifico e ha svolto azioni: fumogeni, bruciato alcuni fogli con lo stemma della Confindustria e lanciato uova e vernice rossa contro il palazzo. Anche a Roma e Napoli ci sono state le stesse sommosse e momenti di tensione tra studenti e forze dell’ordine.
Nella capitale in particolare gli studenti bloccati in via Frangipane, vicino al provveditorato, hanno tentato di svolgere azioni di forza per rompere la barriera delle forze dell’ordine. Solo grazie alla collaborazione degli agenti schierati in tenuta antisommossa hanno permesso agli studenti di defluire su via Cavour dove il corteo è ripreso regolarmente. Le parole dei manifestanti uniti in corteo nell’esibire uno striscione contro il ministro dell’Istruzione: “Il ministro Bianchi si deve dimettere perché non è adeguato e rappresenta il nostro nemico”.
Anche a Roma il corteo è guidato dallo striscione “Di scuola non si può morire, è tempo di riscatto. A 16 anni non si può morire di lavoro, in un mese sono morti due giovani. Ringraziamo gli operai che stanno appoggiando la nostra protesta in tutta Italia. Con Giuseppe e Lorenzo nel cuore, uccisi dal sistema e dallo Stato”.
Anche a Napoli fumogeni rossi e mani macchiate di vernice rossa per gli studenti uniti in corteo a piazza Garibaldi ricordando così i due giovani diventati simbolo della lotta contro l’alternanza scuola-lavoro: “Lorenzo e Giuseppe sono vivi e lottano insieme a noi”.