Quali saranno gli investimenti futuri delle imprese del Belpaese? la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione di moltissime imprese italiane. Secondo l’ISTAT il 50% delle aziende vuole investire per salvaguardare l’ambiente ed essere più green
Su cosa verteranno gli investimenti delle aziende italiane nel corso del 2022? Dal Report dell’ISTAT emerge che: “Nel corso del 2022, sei imprese su dieci prevedono investimenti in capitale umano e formazione, il 49,9% con intensità modesta, una su dieci con alta propensione. Circa la metà delle imprese rivolgerà i propri investimenti alla sostenibilità ambientale, il 41,4% con modesta, l’8,4% con alta intensità. Le altre aree di investimento sono reputate meno interessanti: investirà in capitale fisico il 41,3% delle unità (il 7,4% con alta intensità), in tecnologia e digitalizzazione il 42,3% (8,7%), in ricerca e sviluppo il 31,9% (4,5%), in internazionalizzazione il 16,1% (2,7%). L’intensità degli investimenti mostra una forte eterogeneità dimensionale: la prevalenza di imprese che effettuano investimenti tende a essere molto più alta fra le grandi rispetto alle dimensioni aziendali più ridotte. Ciò è particolarmente evidente nella ricerca e sviluppo (70,0% delle grandi contro 27,6% delle micro), nella tecnologia e digitalizzazione (82,8% contro 36,8%) e nell’internazionalizzazione (44,1% contro 12,4%)”.
Al primo posto quindi si piazza la valorizzazione del capitale umano e al secondo posto l’ambiente. Una bella rivincita per il “green”. Ma quali aziende vogliono essere più sostenibili? Le più attente all’ambiente risultano quindi essere le aziende di costruzioni: “le imprese dell’industria in senso stretto mostrano una maggiore tendenza a investire: in questo comparto si riscontra infatti la più alta incidenza di unità che investono, con modesta o alta intensità, in tutte le aree, a eccezione delle risorse umane e formazione e della sostenibilità ambientale dove sono le costruzioni a registrare la quota più alta (rispettivamente 70,2 e 59,8% contro 63,0 e 56,7% dell’industria in senso stretto). La frequenza delle varie tipologie di investimento è generalmente bassa tra le imprese del commercio e degli altri servizi. La maggiore prevalenza di investimenti in internazionalizzazione si registra nella manifattura (29,8%), quella connessa agli interventi di sostenibilità ambientale nei settori dell’energia (65,9%) e della gestione dei rifiuti (75,3%)”.
Naturalmente le aziende che vogliono investire sono quelle totalmente o parzialmente solide. Hanno infatti una propensione all’investimento media o alta il 34,4%delle solide (30,4% delle parzialmente solide) è a media propensione, il 6,6% (4,4%) ad alta. Le imprese in condizioni di rischio grave o parziale hanno una bassa propensione all’investimento.