Si definiscono cruelty-free , ovvero quei brand che decidono di far entrare nella propria politica di produzione l’eliminazione delle pellicce animali dalle collezioni
Sono sempre di più i marchi di alla moda ce rinunciano all’utilizzo di pellicce naturali. Lo hanno fatto brand come la maison Valentino ed anche Brunello Cucinelli che lo ha comunicato attraverso l’organizzazione no-profit Peta (People for the ethical treatment of animals).
I capi di questi marchi sono definiti fur-free e manti degli animali. Sarebbe sicuramente contraria la Crudelia della carica dei 101, ma questa scelta cruelty-free é stata intrapresa da molti:
Ha iniziato Giorgio Armani, che lo ha deciso già dalla collezione autunno inverno 2016/2017 e si è impegnato ad abolirla completamente da tutte le collezioni del gruppo (Giorgio Armani, Armani Collezioni, Emporio Armani, Armani Jeans, Armani Junior, EA7 e Armani Home). Secondo lo stilista, “il progresso tecnologico raggiunto in questi anni ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali”.
Anche Gucci fa lo stesso come dice Marco Bizzarri che definisce le pellicce fuori moda: “Pensate che usare le pellicce oggi sia ancora moderno? Io non lo penso e per questo motivo abbiamo deciso di non utilizzarle più. Sono un po’ antiquate, la creatività può venire fuori in molti altri modi”.
Anche Michael Kors si unisce a questi brand fin dal 2018 e sceglie, insieme a Jimmy Choo, di ricercare nuove tecniche in grado di sostituire le pellicce animali. Il 2018 é stato anche l’anno della svolta per Donatella Versace e anche per Bruno Pavlovsky, presidente di Chanel, che ha dichiarato che il brand ha smesso di produrre indumenti e accessori fatti di pellicce e pelli esotiche, inclusi il coccodrillo, la lucertola e il serpente.
Ad unirsi al gruppo anche il marchio USA Coach, proprietà del gruppo Tapestry, che ha rinunciato alle pellicce a partire dalla collezione autunnale del 2019.