I risparmiatori italiani e le loro abitudine di investimento durante la pandemia da Covid-19. La fotografia raccontata dal Rapporto Consob 2021
Il covid non è stato un grande alleato del risparmio e ha creato non pochi problemi ai risparmiatori sia del Belpaese che del Vecchio Continente. Gli investitori si sono spostati verso la liquidità penalizzando gli investimenti finanziari con un’uscita impattante dall’obbligazionario. Sono stati oggetto di interesse dei risparmiatori anche i mercati azionari legati al trading online, anche se il fenomeno in Italia è andato al rilento rispetto al resto dell’Ue. Criptovalute e investimenti sostenibili sono stati quelli che hanno destato più interesse secondo il Rapporto Consob 2021 sulle scelte di investimento delle famiglie italiane.
Consob disegna il profilo delle famiglia italiani che risultano essere in ritardo nonostante il grande peso che “il risparmio” ha nell’economia del Belpaese. Il presidente dell’Authority, Paolo Savona, anzi definisce “il risparmio delle famiglie” il secondo pilastro dell’economia italiana sottolinea insieme all’export e anche durante la pandemia il tasso di risparmio del Belpaese resta su livelli superiori a quelli precedenti alla crisi. Basti pensare che nel 2020 si è registrato un +7% rispetto al 2019 per un totale di 18% in Italia e 20% in Europa.
Gli italiani prediligono la liquidità alle attività finanziarie che è arrivata al 32% dei risparmi, diminuiscono gli investimenti in obbligazioni, aumentano gli acquisti di azioni e fondi comuni. Gli italiani rispetto agli altri paesi europei investono poco in prodotti assicurativi e previdenziali, ma aumenta l’interesse per il trading online, passando dal 10,3% all’11,5%, in termini assoluti da 132 a 141 miliardi di euro. Le criptovalute destano grande interesse: aumentano gli investitori e si incrementano gli scambi sebbene sia un settore ostico per il regolatore di mercato. Nuovo interesse sono gli investimenti sostenibili settore che è in fase di approfondimento per l’investitore medio. Si scegli il green solo se a parità di rischio e rendimento risulta superiore all’investimento no-green.