Le istituzioni europee continuano a mettere in campo nuove misure per far fronte alla crisi economica causata dall’emergenza Coronavirus. Dopo l’intervento della Banca Centrale Europea, che ha confermato e rafforzato il Quantitative Easing, e quello della Commissione Europea, che ha attivato la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità, arriva il momento delle misure dirette a famiglie e imprese.
Ad agire è sempre la Banca Centrale Europea, attraverso il suo ramo di Vigilanza bancaria diretto dall’italiano Enria. In particolare, la Vigilanza della BCE ha annunciato di aver “allargato le maglie” dei controlli, dando così maggior possibilità di movimento agli istituti di credito del Vecchio Continente.
Questa decisione dovrebbe garantire un accesso al credito più semplice e veloce per aziende e famiglie, con una immissione di 1.800 miliardi di euro nell’economia reale. Certo, non sarà “l’helicopter money” che molti attendono, ma è quanto meno un passo importante verso aziende e famiglie in crisi.
Vigilanza BCE, in arrivo fino a 1.800 miliardi per aziende e famiglie
Ma da dove arrivano i 1.800 miliardi e come è possibile che siano comparsi così improvvisamente? A dir la verità, questa somma ingente di denaro c’è sempre stata, ma fino a poche ore fa non poteva essere utilizzata dagli istituti di credito. Per evitare che anche in Europa potessero esserci crisi bancarie come quelle che hanno portato alla crisi economica del 2008, la Vigilanza BCE ha imposto controlli sempre più stringenti sul capitale degli istituti di credito e su vari parametri utili a stabilire la solidità delle banche stesse.
Vista la crisi di liquidità che aziende e famiglie europee stanno attraversando (e che potrebbe addirittura inasprirsi nelle prossime settimane), l’istituto diretto da Enria ha scelto di allentare leggermente i controlli, in modo che banche e istituti di credito possano avere maggior libertà nella concessione di prestiti.
In particolare, la nuova fase della Vigilanza BCE consentirà alle banche di “liberare” 120 miliardi di euro immediatamente disponibili e sinora tenuti in cassa per esigenze di bilancio e solidità del capitale societario. Dai calcoli della BCE, questa iniezione di capitali freschi dovrebbe tradursi in maggior prestiti per 1.800 miliardi di euro.
In questo modo, la BCE spera di “garantire che le banche possano continuare a svolgere il proprio ruolo di finanziamento delle famiglie e delle società in mezzo allo shock economico correlato al Coronavirus per l’economia globale”. Inoltre, i minori vincoli di capitale dovrebbero permettere di sostenere “tutte le iniziative volte a fornire soluzioni sostenibili ai debitori in difficoltà temporanea nel contesto dell’attuale epidemia”.
Più flessibilità grazie allo Stato
La BCE, inoltre, spera anche nel supporto dei vari Governi nazionali, che dovrebbero affiancare gli istituti di credito concedendo loro coperture e garanzie pubbliche in caso di eventuali problemi.
La Vigilanza, infatti, eserciterà una maggiore flessibilità in caso di crediti deteriorati o che non possono essere riscossi a patto che lo Stato si faccia garante attraverso forme di copertura pubbliche.
Articolo originale di Quifinanza.it.