Nel Belpaese le famiglie che ospitano colf e badanti conviventi rappresentano circa il 25% del totale, parliamo di un numero significativo di circa 500mila lavoratori sui 2 milioni che lavorano con o senza contratto. Ieri il governo ha finalmente chiarito un aspetto molto importante per questa categoria in particolare: “Chi non ha il Green Pass non può restare a casa” e quindi perderà il lavoro. Come per la P.A. e per le aziende private, se il domestico non lo possiede il Green pass dovrà risultare fin dal primo giorno assente ingiustificato e questo comporta la sospensione dello stipendio
A far luce sui dubbi é Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico che afferma:
“Il datore di lavoro ha l’obbligo di controllare il Green pass: se il domestico non lo possiede dovrà risultare fin dal primo giorno assente ingiustificato e questo comporta la sospensione dello stipendio. Ma non solo: essendo il vitto e l’alloggio parte della retribuzione anche queste dovranno essere sospese e il governo nelle ultime faq è stato molto chiaro e lo ringraziamo avendo noi più volte sollecitato precisazioni per il comparto. Da sempre auspichiamo che i lavoratori siano vaccinati e questa è per noi la soluzione migliore, tant’è che nel caso di una badante che risulti positiva al Covid seppur vaccinata, la quarantena dovrà essere trascorsa nell’abitazione, anche qualora si tratti di quella del datore che, presumibilmente, essendo contatto stretto, dovrà anche lui essere sottoposto ad isolamento. Nonostante le faq del governo, restano aperte ancora alcune questioni importanti, come quella che riguarda i domestici vaccinati con prodotti che al momento non sono riconosciuti da nostri enti regolatori: dal 15 ottobre queste persone, seppur in possesso di un certificato vaccinale non potrebbero lavorare. Per loro e per le famiglie che li hanno assunti urge trovare una soluzione e, in questo contesto, auspichiamo anche si possano semplificare i controlli eliminando ogni inutile burocrazia”.