Senza modifiche alla normativa, a partire da gennaio 2022, le pensioni dovrebbero passare da un minimo di aumento di 130 euro a un massimo di 1.000 euro all’anno.
Sono due i fattori che porteranno ad un aumento delle pensioni legati all’inflazione: l’indice dei prezzi, da cui viene calcolata la perequazione, torna a salire e il meccanismo di rivalutazione diventa più favorevole. C’è però una premessa d’obbligo: nella Legge di Bilancio non sono escluse ulteriori espansioni dell’attuale sistema o misure correttive, poiché la Manovra 2022 conterrà anche una riforma delle pensioni.
L’inflazione a fine anno, sulla base dei dati inclusi nel NaDEF (nota aggiornata al Documento di Economia e Finanza), sarà dell’1,5%. Così, nel 2022, le pensioni torneranno a questo aumento dopo essere rimaste inattive per un anno, a scapito delle nuove aliquote di rivalutazione delle pensioni. Inoltre, a partire da gennaio 2022, termina il regime sperimentale 2019-2021, che è intervenuto riducendo progressivamente le pensioni al di sopra del quadruplo minimo, e viene ripristinato il sistema di calcolo, che in realtà non viene applicato dal 2012: in questi casi, è una questione difficile, con un blocco delle rivalutazioni (con riduzione delle pensioni in oro), che è stata poi dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale e poi modificata per l’ultima volta dal regime sperimentale, che scade il 31 dicembre 2021.
Secondo il nuovo calcolo, a partire dal 1° gennaio 2022, le pensioni continuano a essere rivalutate dal 100% a quattro volte il minimo, quindi si applicano aliquote del 90% da quattro a cinque volte il minimo, 75% ciascuna per tutte le pensioni superiori. Così, dal 2022, la rivalutazione sarà completa fino a 2.000 euro, scenderà al 90% per la quota pensione da 2.000 a 2.500 euro e fino al 75% sopra i 2.500 euro. Al netto dell’inflazione, si stima un aumento della pensione di 1.500 euro in circa 300 euro l’anno.
Nel dettaglio, il calcolo cambia come segue:
Importo pensione | Rivalutazione 2022 |
minimo: 515,58 euro al mese | 100% |
due volte il minimo: 1.030 euro al mese | 100% |
fra 2 e 3 volte il minimo: tra 1.000 e 1.500 euro | 100% |
fra 3 e 4 volte il minimo: tra 1.500 e 2mila euro | 100% |
fra 4 e 5 volte il minimo: tra 2.000 e 2.500 euro | 90% |
fra 5 e 6 volte il minimo: tra 2.500 e 3.000 euro | 75% |
fra 6 e 8 volte il minimo:tra3.000 e 4.000 euro | 75% |
fra 8 e 9 volte il minimo: tra 4.000 e 4.500 euro | 75% |
oltre 9 volte il minimo: sopra i 4.500 euro | 75% |