Tra bisogno di digitalizzazione e la valorizzazione del capitale umano e soprattutto delle donne: la ripartenza del Paese non può prescindere da una ripartenza del Sud. Queste le prime considerazioni emerse durante la prima giornata dedicata all’EY Digital Summit con un focus sul Sud.
Con oltre 80 miliardi di euro di finanziamenti per il Mezzogiorno, il PNRR “rappresenta un’opportunità unica per accelerare e rafforzare gli ecosistemi dell’innovazione, che sono una delle chiavi per far ripartire il sistema nazionale”. È quanto ha inaugurato Massimo Antonelli, Amministratore Delegato di EY Italia, nella prima giornata di EY Digital Summit con un focus sul Sud, “fondamentale per lo sviluppo e la crescita strutturale e sostenibile del Paese. Nonostante la pandemia, il Mezzogiorno conserva un notevole potenziale di innovazione, anche grazie al flusso di risorse europee”.
In tema di digitalizzazione, innovazione, infrastrutture e ricerca, Dario Bergamo, leader EY nella Pubblica Amministrazione e nel settore pubblico, ha affermato che “l’esperienza tecnologica certificata a livello nazionale è emersa e si è consolidata nelle regioni meridionali, soprattutto in prossimità di importanti centri universitari. Pertanto, il PNRR, insieme a tutte le altre risorse complementari per lo sviluppo e la coesione, sarà essenziale per rafforzare questi ecosistemi. “
Al di là della connettività, “un sistema produttivo dinamico, capitale umano e sociale altamente qualificato e una governance intelligente sono gli elementi funzionali per far ripartire il Sud, e gli elementi chiave per affrontarlo sono riconducibili all’analisi che stiamo facendo al Sud”.
La percentuale di giovani senza istruzione, lavoro o formazione nella fascia di età 25-29 anni è del 45,4% al Sud e del 21,4% al Nord. È questo uno dei risultati di un’analisi svolta da EY in collaborazione con Luiss Business School. Oltre alla digitalizzazione nel Sud del Paese occorre incentivare l’occupazione che al Sud è generalmente inferiore rispetto alle altre regioni, soprattutto per quanto riguarda le donne: la perdita media di occupazione femminile nei primi tre trimestri del 2020 è stata maggiore rispetto agli undici anni precedenti (-94 mila unità rispetto a + 89mila tra il 2008 e il 2019).
La ripartenza del Paese deve proprio passare attraverso due asset principali: sviluppo tecnologico e incentivo dell’occupazione.