C’erano tempi in cui il metano era il carburante più economico, scelto proprio per il suo costo ridotto rispetto agli altri combustibili, ma questo oggi é solo un ricordo.
A parte essere più ecologici, i veicoli a metano generalmente avevano il vantaggio di avere un costo molto basso. rispetto a quelle a benzina o diesel. Ebbene, negli ultimi giorni è successo qualcosa che non si era mai visto prima. Il prezzo del metano è aumentato notevolmente. Oggi, in alcune parti d’Italia, il rifornimento di metano costa due euro al chilogrammo. Questo improvviso aumento del metano (i prezzi sono rimasti più o meno stabili negli anni, intorno a 0,90-1 euro al chilogrammo) ha colto tutti di sorpresa, soprattutto i consumatori. Il metano infattivè utilizzato non solo dagli automobilisti, ma anche dall’intero settore dei trasporti (ad esempio, camionisti e chi guida mezzi da lavoro). Una novità inaspettata e indesiderabile che rischia di mettere in crisi l’intero settore dei trasporti che avevano optato proprio per questo carburante.
L’ aumento del prezzo di questa materia prima é in concomitanza con l’aumento dei prezzi delle materie prime, che è quasi triplicato dall’inizio dell’anno. Questa crescita ha origine da lontano, dalle prime liberalizzazioni degli anni 2000, che hanno attraversato una crisi di risorse sempre più grave. A ciò si aggiunge, come sottolinea anche Federmetano, la significativa crescita dell’economia asiatica e la sua crescente domanda di energia, per la quale è disposto a pagare meglio l’offerta. Pertanto, è anche un problema di globalizzazione. Certo ora le associazioni di categoria, a cominciare da Federmetano, protesteranno e cercheranno di riportare i prezzi del metano a livelli accettabili riequilibrandoli con dei buffer. Fatto sta che tutto il settore è in allerta e circa 1.200 stazioni di metano in Italia sono allo sbando. In questo momento, quando questo carburante si trova di fronte alla storica possibilità di introdurre sistemi self-service.