Analizziamo l’export italiano nel 2021 e le possibilità di ripresa economica dalla pandemia grazie ai dati forniti da SACE nel Rapporto Export 2021
L’export italiano torna a crescere dopo la crisi economica e la stagnazione dei mercati causata dalla pandemia. Il Rapporto Export 2021 del Made in Italy redatto dall’Ufficio Studi SACE, prevede quest’anno una ripresa intermittente, con una rapida crescita in alcuni mercati e una ripresa semplice. SACE stima che le esportazioni di merci italiane recupereranno in termini di valore dell’11,3%, tanto che già nel 2021 si stima un ritorno ai livelli pre-COVID.
Secondo l’elaborazione dei dati, le vendite dei prodotti italiani all’estero dovrebbero raggiungere i 482 miliardi di euro entro la fine del 2021, aumentando del 5,4% nel 2022 e fermandosi infine a una crescita media del 4% nel prossimo biennio. A questo ritmo, le proiezioni indicano che le esportazioni di merci raggiungeranno i 550 miliardi di euro nel 2024, anche grazie a programmi come Next Generation EU e il piano infrastrutturale degli Stati Uniti che potrebbero creare domanda aggiuntiva. Le esportazioni di servizi dovrebbero recuperare solo parzialmente nel corso dell’anno (+5,1%), con un solido rimbalzo nel 2022, quando le esportazioni torneranno ai livelli del 2019 (+35,1%). Nei prossimi due anni il tasso di crescita medio è del 5%. Il Report Export SACE vuole essere una guida per rivedere le strategie aziendali e i business plan all’estero. Per fare ciò, il documento analizza lo scenario globale, predisponendo una classifica mondiale:
- Paesi in cui l’export italiano ha recuperato bene e rimarrà dinamico negli anni a venire sono Germania, Stati Uniti, Svizzera, Cina, alcuni mercati dell’Asia-Pacifico, Polonia ed Emirati Arabi Uniti;
- Paesi dove tornerà ai livelli pre-crisi nel 2021, ma poi opereranno a ritmi più lenti (Francia, Paesi Bassi, Brasile, Arabia Saudita, Malesia, Ghana, Senegal);
- Paesi che non si stanno ancora riprendendo sui valori pre-crisi nel 2021, sebbene abbiano buone prospettive di ripresa a medio termine (Regno Unito, Spagna, Austria, Turchia, Messico, India, Sud Africa e Thailandia);
- Paesi dove l’export italiano non tornerà subito ai livelli pre-crisi e dove la ripresa sarà contenuta anche nei prossimi anni (Romania, Grecia, Argentina e Sri Lanka).