Il Bonus Renzi è una misura di sostegno al reddito (ovvero un credito IRPEF) che concede l’aumento della retribuzione netta – che da diversi anni è riconosciuta a chi percepisce un reddito da lavoro di cui ai commi 1-2 dell’articolo 49 del TUIR, o un reddito analogo menzionato dall’articolo 50 entro certi limiti. Inizialmente l’importo era di 80 euro al mese, ora il bonus Renzi 2021 può arrivare fino a 100 euro sotto forma di stipendio e non concorre alla generazione del reddito ai fini fiscali.
Il bonus Renzi è stato originariamente introdotto in via sperimentale e provvisoria dall’art. 1 del D.L. n. 66/2014 (detto Decreto Renzi) e ha aumentato il reddito netto dei lavoratori a partire dalla data di maggio 2014. La prima trance del bonus Renzi era di 80 euro in busta paga ed è stata fissata per dicembre 2014, poi tale provvedimento è stato ratificato in regime a partire dal 2015, grazie alla Legge di Stabilità del 2015 (commi 12, 13 e 15 dell’articolo 1 della Legge n. 190/2014). Quindi fino al 30 giugno 2020 il Bonus Renzi era di 80 euro mensili (sono che si aggiungeva allo stipendio netto) e riconosciuta alle persone con reddito da 8.174 euro a 26.600:
- per intero fino a 24.600 euro (massimo 960 euro annui);
- ridotto dopo i 26.600 euro
Dal 1° luglio 2020 il limite di reddito è stato elevato a 40.000 euro e il bonus salariale massimo è stato portato a 100 euro con il seguente meccanismo
- 100 euro al mese, misura piena fino ad un massimo di 1.200 euro l’anno, fino a 28.000 euro;
- riduzione progressiva fino a 80 euro da 28.001 a 35.000 euro di reddito;
- ulteriore riduzione fino ad azzeramento da 35.001 a 40.000 euro.
Si precisa inoltre che per il calcolo dell’importo netto che va ad aggiungersi alla busta paga, ovvero del Bonus Renzi, bisogna tenere conto non solo del reddito presunto, ma anche dei giorni lavorati nel corso dell’anno. In caso di più lavori si considera la somma dei giorni lavorati derivanti da ogni Certificazione Unica (CU).