Sappiamo cosa è l’Opzione donna , ma cosa sono le finestre mobili? approfondiamo con un esempio
Per chi non lo sapesse l’Opzione Donna potrebbe rappresentare una delle misure cardine della prossima Riforma delle pensioni al fine di garantire flessibilità di uscita dal mondo del lavoro. Le dipendenti del settore privato o pubblico possono ritirarsi dal mondo del lavoro, accedendo alla pensione anticipata con l’Opzione Donna se hanno compiuto entro il 31 dicembre 2020 58 anni d’età. Per le autonome l’età che deve essere maturata, sempre entro fine 2020, è pari a 59 anni. In tutti i casi viene richiesto di aver maturato almeno 35 anni di contributi.
Ma cosa sono le finestre mobili?
Le finestre mobili sono i casi in cui si sposta in avanti il diritto al trattamento. I mesi di attesa per chi si ritira con l’Opzione Donna – 18 mesi per le lavoratrici autonome e 12 mesi per le dipendenti – costituiscono l’intervallo fra la maturazione del requisito e la decorrenza della pensione. Dunque, dal momento che si tratta di un differimento della decorrenza della pensione, non spettano gli arretrati. Tuttavia, la finestra mobile si applica solo si va in pensione con l’Opzione Donna nel momento in cui matura il diritto. Se invece, pur avendone i requisiti, non si va subito in pensione (continuando anche a lavorare) e si aspettano almeno 18 mesi, nel momento in cui ci si ritira non si dovrà più applicare la finestra mobile. Questo perché la finestra parte dal momento della maturazione del requisito e non da quello dell’effettiva uscita dal mondo del lavoro. In altri termini, come del resto sottolinea anche l’INPS nella pagine del portale dedicata all’Opzione Donna, la finestra mobile si applica a partire dalla data di maturazione del diritto e non dalla richiesta di pensione. Che, lo ricordiamo, dopo aver maturato il diritto può avvenire in qualsiasi momento, perché (come si dice tecnicamente), il diritto di cristallizza.