Chiudere tutto per 15 giorni. E poi, se il contagio da Coronavirus si sarà fermato, ripartire. È questa l’idea che circola sempre più insistente in diversi ambienti politici, in particolare del centrodestra.
Misure più restrittive contro il Coronavirus
Mentre Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani chiedono al Governo misure ancora più restrittive, alle quali il premier Conte, dopo il nuovo Dpcm “Io resto a casa”, per ora ha detto no ma non escludendole per i prossimi giorni, la Regione Lombardia e il Veneto si inchiodano su posizioni più forti rispetto al resto d’Italia. Salvini si dice preoccupato dopo l’incontro con Conte: “Servono provvedimenti seri e coraggiosi”, inutile attendere l’Europa, che ancora una volta appare lontana.
La Lombardia è la regione più colpita, e i casi di contagio da Covid-19 aumentano esponenzialmente ogni giorno. Come si blocca, e inverte, questa tendenza? Chiudendo tutto, dicono dalla Regione. Attività commerciali, trasporti, aziende e tutto quanto non assolutamente indispensabile. Limitare solo gli spostamenti come previsto dal Governo, senza peraltro obbligatorietà se non in casi specifici, potrebbe non essere sufficiente.
15 giorni di coprifuoco assoluto in Lombardia
“Noi avevamo già chiesto di chiudere tutte le attività commerciali, perché se io esco per andare a lavorare non posso fermarmi a fare shopping. Ma forse è arrivato anche il momento di inasprire ancora di più le misure” spiega l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera. Che chiede di fare in fretta. “Forse c’è un governo che sta assumendo consapevolezza, lo ringraziamo anche di questo, lo fa con una lentezza che non è compatibile con la velocità con cui questo virus si diffonde. Sabato ha fatto un decreto e ieri è andato a modificarlo».
15 giorni di coprifuoco assoluto in Lombardia, quindi: questa la proposta. Chiudere gli uffici come i negozi, tranne quelli che vendono generi alimentati e le farmacie. Ridurre allo stretto necessario i servizi di trasporto.
I casi di Codogno e Lodi
Chiudere per 15 giorni interamente almeno la Lombardia può servire a ridurre o bloccare la diffusione del virus, dicono gli esperti. E lo dimostra il caso di Codogno e Lodi, dove la velocità di contagio è diminuita. Ma lì c’è stata la zona rossa, con le autorità a vigilare davvero sugli spostamenti delle persone. “Noi altri 15 o 20 giorni con una crescita così forsennata delle persone nei pronto soccorso e nelle terapie intensive non li reggiamo, non li regge la Lombardia e non li regge l’Italia” attacca.
“È il tempo della fermezza. Ho incontrato i sindaci dei capoluoghi lombardi e il presidente di Anci Lombardia, chiedono tutti la stessa cosa: chiudere tutto adesso (tranne i servizi essenziali) per ripartire il prima possibile. Le mezze misure, l’abbiamo visto in queste settimane, non servono a contenere questa emergenza” dichiara senza esitazioni il governatore della Lombardia Attilio Fontana, dopo l’incontro di questa mattina in videoconferenza con i sindaci dei comuni capoluogo di provincia della Lombardia.
500 nuovi posti letto e assunzioni medici e infermieri
La Lombardia si dice “prontissima” intanto a creare 500 nuovi posti letto, “appena ci dicono che ci sono respiratori e personale”, in Fiera o in strutture socio assistenziali vuote o che si possono svuotare subito.
E Gallera ha evidenziato la situazione di medici e infermieri in Lombardia, annunciando che oggi è stato pubblicato il Dl che rende più flessibili le assunzioni e che la Regione sta uscendo con un avviso di bando per medici specializzati e infermieri. Il bando riguarda i contratti co.co.co., mentre per i quelli a tempo determinato saranno i singoli ospedali ad occuparsene. A disposizione ci sono 200 specializzati in anestesia e rianimazione e da oggi 250 infermieri che si laureeranno entro domani e che la giunta Fontana conta di far entrare come forza lavoro.
Articolo originale di Quifinanza.it.