AGI – Che cosa è successo al mercato dei computer prima e dopo la pandemia? Come sono cambiate le abitudini dei consumatori? E il digital divide in Italia? E quanto ha impattato la carenza di microprocessori sulla catena di approvvigionamento e le scelte delle aziende?
Secondo i dati più recenti di Canalys le workstation da scrivania hanno chiuso il terzo trimestre del 2020 con un -27% rispetto a dodici mesi prima, desktop addirittura al -33%. Di segno diverso i numeri del mercato dei laptop e delle soluzioni portatili: siamo a +1% per i notebook, +3% per le mobile workstation destinate ai professionisti, +21% per i tablet, +27% per i convertibili, +57% per i notebook ultraslim e +88% per i cosiddetti detachable.
I veri trionfatori? I Chromebook con un +122%. “Dispositivi molto simili a un telefonino. Arrivati in Italia a metà 2020 con risultati positivi, ci aspettiamo una grossa crescita nel 2021, anche perché intercettano il target degli studenti”, “che cercano un approccio simile all’esperienza Mobile a cui sono maggiormente abituati” ha spiegato Massimo Merici, Business Development Manager System Business Group di Asus.
Non solo. Secondo uno studio condotto da Intel e Lenovo a livello globale nel 2020, Empowering Your Employees With The Right Technology, solo il 30% dei dipendenti di tutti i settori dichiara che i propri laptop o PC desktop sono ideali per la collaborazione incrociata, e la metà ha risposto che i propri computer non sono aggiornati o insufficienti per il lavoro.
Lo smart working stimolerà quindi un aumento delle decisioni tecn
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