Durante i periodi di incertezza economica la scelta degli italiani, che storicamente sono un popolo di risparmiatori, é quella di preservare la propria liquidità in banca. Questa scelta è dettata da una scarsa conoscenza del settore finanziario e delle opportunità che é in grado di generare.
Pochi sanno che il denaro fermo é in realtà denaro improduttivo e questo si deve soprattutto all’inflazione, ovvero l’aumento prolungato del livello medio generale dei prezzi di beni e servizi in un determinato periodo di tempo, che genera una diminuzione del potere d’acquisto della moneta.
Conservare i soldi in banca non proteggerà il potere d’acquisto dell’acquirente anzi lo penalizzerà; Se conservo 50 euro in banca fra 10 anni non potrò, comprare le stesse cose che con questa somma comprerei nel 2021. Prodotti o servizi acquistabili dipenderanno dall’inflazione.
Valutazioni sul risparmio, quando ci si riferisce al denaro, dovrebbe tener presenti non la quantità dei soldi ma il loro potenziale, il loro valore. Occorre pensare ql denaro come un mezzo, se aumenteranno i prezzi dei prodotti nel 2023, dobbiamo investire i nostri soldi per ottenere un potere d’acquisto più alto o almeno pari ai rincari.
Un valido esempio di questo ragionamento lo ritroviamo negli anni 80, periodo in cui l’inflazione è aumentata del 20% con conseguente aumento vertiginoso dei prezzi. Neanche il grande rendimento dei titoli di Stato é riuscito a colmare l’aumento dei prezzi. Ma non è solo una questione di potenziale d’acquisto, ricordiamo che i conti correnti non sono gratuiti, hanno un costo ovvero spesa fisse, commissioni, costi di operazioni. Se le proiezione della Banca Centrale Europea sono giuste, i tassi di inflazione arriveranno vicini al 2% all’anno gli italiani dovranno pagare una “tassa” da aumento dei prezzi al consumo che potrebbe ammontare a 30 miliardi di euro.
Il denaro fermo in banca paradossalmente ci fa sentire più sereni, ma a quale prezzo? I risparmiatori classici stanno perdendo una grande opportunità e ad un costo elevato.
Gli italiani che vogliono risparmiare dovrebbero forse andare “a scuola di finanza”.