AGI – Quando il leader cinese Xi Jinping, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e quella della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno stabilito di investire miliardi per ridurre la dipendenza dai chip prodotti all’estero, la catena di approvvigionamento globale sembrava destinata ad essere rimodellata. Ma gli analisti e Samsung, il più grande produttore mondiale di chip, non si aspettano che il gruppo sudcoreano possa essere sostituito, e nemmeno affiancato, presto. E’ quanto emerge da un’analisi del Financial Times.
“Per il prossimo futuro credo che possiamo mantenere la nostra quota di mercato, se non aumentarla”, ha detto un alto dirigente di Samsung in una fabbrica a sud di Seul. Gli Stati Uniti, la Cina e l’Europa sono in procinto incrementare gli investimenti nel settore dei semi-conduttori dopo che la carenza di chip ha alimentato i timori di un aumento della dipendenza da produttori stranieri di questo tipo di tecnologie.
Il Ft ricorda che Biden ha proposto un piano da 50 miliardi di dollari per la produzione di chip e la ricerca e Xi si è impegnato a spendere più di 1 miliardo di dollari nelle industrie high-tech, con particolare attenzione ai semiconduttori. Ma gli analisti hanno detto che è improbabile che la leadership di Samsung nel settore venga messa in discussione, almeno non nel breve e forse nemmeno nel medio termine.
Secondo quanto spiegato da Velu Shina, di Bain & Company, per far decollare questo tipo di investimenti ci vuole diverso tempo. Ad esempio, se si partisse ora, un impianto sarebbe disponibile alla produzione solo “entro il 2025”.
Ciò significa che è improbabile che cambi l’equilibrio del mercato nell’arco di 2-3 anni, e Samsung manterrà incontrastata la sua leadership. La casa sudcoreana in particolare ha dominato per decenni la produzione di chip Dram e Nand. Il primo permette la memorizzazione a breve termine per i chip grafici, mobili e server, mentre il secondo permette di memorizzare file e dati senza alimentazione. Il suo management è convinto che la posizione dell’azienda sia inamovibile perché sta facendo notevoli progressi nelle tecnologie di produzione ma anche perché i chip stanno diventando costosi da produrre.
Il Ft rileva che la complessità della produzione di chip all’avanguardia rappresenta infatti una seria sfida per qualsiasi azienda o governo che cerchi di rosicchiare il va
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