Un credito d’imposta triennale del 50% per i neoassunti, che può arrivare fino al 100% per i giovani sotto i 35 anni.
Per incontrare i datori di lavoro e promuovere l’occupazione, il governo sta pensando a un vantaggio del 50% di 3 anni per tutti i dipendenti stabili, indipendentemente dall’età. Benefici, che aumentano al 100%, sempre per tre anni se le persone sotto i 35 anni sono impiegate a tempo indeterminato (compresi i tirocini).
L’attuale incentivo, introdotto dalla Legge di Bilancio, ha contribuito alla conclusione di 40.000 contratti stabili nei primi 6 mesi dell’anno, secondo l’ultimo monitoraggio dell’Osservatorio INPS.
La strada giusta per affrontare la crisi
“Il proposito del governo è rimettere in sesto le aziende rendendo più conveniente la firma di contratti a tempo indeterminato”, ha detto al Sole 24 Ore la viceministro del Lavoro Francesca Puglisi. ” e ancora “I dati sul lavoro ci dicono che delle regole troppo rigide, in una crisi economica attuale, rendono difficile mantenere una continuità del lavoro penalizzando sia le aziende che il lavoratore. Per questo, a mio avviso, dovremmo aprire una riflessione sui contratti a termine ”.
Come facilitare il contributo, le risorse in campo
I tecnici dei ministeri del lavoro e dell’economia sono alle prese con i primi modelli e il problema dei costi. La dote iniziale ammonterà a 5-6 miliardi. Sono attesi almeno 20/30 miliardi dal Recovery Fund per il pacchetto di lavoro. Alcune di queste risorse dovrebbero essere utilizzate anche per promuovere l’occupazione femminile, come ha insistito il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, attraverso incentivi specifici per assumere e mantenere il lavoro al rientro dalla maternità e per contrastare i licenziamenti “forzati”, o discriminazioni salariare.
Gli ammortizzatori sociali
È attualmente allo studio un nuovo meccanismo che si adatti alla gravità della crisi aziendale e che prevede che se un’azienda in crisi si avvicina alla chiusura, lo strumento di integrazione delle buste paga sarà accompagnato da una formazione specifica dei dipendenti (in uscita) per assisterli al fine di acquisire le competenze necessarie per riportarli nel mercato del lavoro.
Se, al contrario, le difficoltà dell’azienda sono temporanee, il sussidio sarà accompagnato da una formazione volta a supportare il processo aziendale per la riconversione delle risorse. L’attuale CIG Covid probabilmente restarà fino a fine anno (9 settimane a carico dello Stato, altre 9 settimane per il contributo dell’azienda utilizzatrice), ma non è esclusa per quei settori che ancora soffrono, si possa incrementare, sempre per l’emergenza Covid-19