Stanchezza cronica: difficile da diagnosticare ma in grado di rovinare la qualità della vita

Di Valentina Ambrosetti 3 minuti di lettura
stanchezza cronica

La stanchezza cronica in medicina si chiama CFS. È anche nota come encefalomielite mialgica (ME), ma non tutti i ricercatori sono convinti che sia la stessa identica condizione. Per questo motivo, in attesa di chiarimenti da parte della comunità medica internazionale, viene utilizzata la doppia formulazione di CFS/ME.

Entrambe le definizioni, tuttavia, descrivono una malattia fisica complessa caratterizzata da stanchezza debilitante

Il sintomo principale della malattia è il disagio o l’esaurimento dopo lo sforzo, anche una leggera attività fisica o mentale, che può durare per ore, giorni o addirittura settimane. Riposo e sonno forniscono solo un modesto sollievo dalla fatica. Tuttavia, è anche caratterizzato da un funzionamento fisico e/o cognitivo piuttosto ridotto.

La sensazione di stanchezza persistente o di astenia, anche completamente invalidante, non ha cause evidenti, né fisiche né psicologiche. Anche una visita medica o esami del sangue non mostrano anomalie particolari.

Mentre il 25% delle persone riferisce di affaticamento costante, solo lo 0,5% (1 su 200) ha effettivamente la sindrome da stanchezza cronica. È una malattia che colpisce principalmente le persone tra i 20 e i 50 anni, in particolare le donne rispetto agli uomini, sebbene si manifesti in persone di tutte le età, compresi bambini e adolescenti.
Le persone con CFS spesso descrivono l’affaticamento cronico come sentirsi esausti e stanchi.

Secondo la classificazione Atlanta CDC (Centers for Disease Control and Prevention), la sindrome da stanchezza cronica è definita dalla presenza di determinate condizioni.

Il principale è l’affaticamento cronico persistente che non migliora durante il riposo, peggiora con poco sforzo e provoca una diminuzione significativa del livello precedente di attività professionale, sociale o personale. Pertanto, è uno stato di prostrazione piuttosto grave, sia mentale che fisico. Si verifica anche con uno sforzo fisico minimo ed è distinto da sonnolenza e mancanza di motivazione.

Inoltre, quattro o più dei seguenti sintomi devono essere presenti da almeno sei mesi:

  • I problemi cognitivi, come la memoria e la concentrazione ridotte, sono così gravi da ridurre significativamente il livello precedente di attività professionale e personale
  • Faringite
  • Dolore ai linfonodi cervicali e ascellari; dolore ai muscoli e alle articolazioni, senza infiammazione o gonfiore
  • Un tipo di mal di testa diverso da quello che potresti aver sperimentato in passato
  • Sonno non ristoratore
  • PEM (malessere post-esercizio), ovvero debolezza post-allenamento della durata di almeno 24 ore.
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